Nel suo scorrevole testo-manuale l'autore ed ex adepto Steven Hassan, precursore di una nuova terapia per la deprogrammazione denominata "exit counseling non coercitivo", ci descrive le varie esperienze da lui vissute, comprendendo anche il tragitto compiutamente fatto nell'Associazione dello Spirito Santo per l'unificazione del cristianesimo mondiale (i "moonisti").
"Mentalmente Liberi" traccia la linea da seguire per chi, direttamente o indirettamente, possa imbattersi nei riti di un culto vivendone il rapporto con sudditanza. Il filo conduttore del testo è rappresentato dai percorsi attentamente e chiaramente descritti dall'Autore quali validi sistemi per riconoscere e controbattere coloro che rappresentano una minaccia per la perdita del controllo mentale. La difficoltà maggiore sta nel riconoscere e nel valutare, data la ristretta capacità analitica dei potenziali adepti di percepire la situazione reale. Lo scrittore sostiene infatti che il vantaggio di coloro che sanno come opera il controllo mentale, è maggiore di coloro che lo ignorano. L'ovvietà della teoria assume in questo contesto un'importanza assoluta per la valenza che la conoscenza ha già nel coinvolgimento iniziale, dove viene meno l'integrità decisionale del pensiero.
L'importanza di osservarsi da un altro punto di vista, unitamente all'esperienza diretta e al dare ascolto alla voce interiore, sono i punti fondamentali indicati dallo scrittore per fuoriuscire dal "controllo mentale". Questi elementi, che scaturiscono dalla repressione forzata delle emozioni e da tutti i rituali - canti e preghiere - volti a bloccare il pensiero, sono i primi fattori da riconsiderare per la "fuoriuscita".
La convinzione di Moon (come quella di altri leader religiosi) è quella di fondere in una cosa sola credo politico e religioso. Infatti si cita: "La separazione tra politica e religione è ciò che Satana ama maggiormente" ed è in questa prospettiva che queste "organizzazioni" ricevono consensi.
La legittimazione passa per percorsi ben precisi: aiutare inizialmente i gruppi politici anche finanziariamente è di ausilio per essere accettati. I seminari, organizzati per le persone che occupano posti chiave, sono il passo successivo affinché i singoli siano soggiogati.
Come rappresentato nell'analisi introduttiva al testo svolta dall'antropologa Cecilia Gatto Trocchi, in Italia la pericolosità di queste pseudo religioni è in aumento, così come la loro diffusione. Scrittori e giornalisti, in un primo tempo timidamente interessati all'estensione di questo fenomeno, stanno dimostrando un crescente interesse dovuto anche all'influenza che queste sette riescono ad avere su personaggi della politica, dello spettacolo e quindi sull'opinione pubblica.
Il problema delle sette così come Hassan ha avuto modo di conoscere è rappresentato come socialmente pericoloso e di minaccia alla vita democratica. L'abbandono costante delle religioni tradizionali, il bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno, il distaccarsi dalla forma di vita in modo da difendersi dalla sofferenza e dalla malattia possono essere le ragioni che concorrono all'avvicinamento del singolo al processo che ha per fine la "sudditanza" ai culti.
Hassan sostiene che si debba cercare il consolidamento di un nuovo sistema di valori, dove non siano più prioritari l'avidità, il potere assoluto e il materialismo, ma creatività, compassione e saggezza dovrebbero assumere una diversa importanza per una nuova visione del mondo.
L'autore, dando risalto ad una citazione di William Blake (poeta dell'immaginario), sostiene con forza i profili delineati, "sta a me trovare un sistema, altrimenti diventerò schiavo di quello di qualcun altro".
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